NEWS 16/10/2009
Rossi: "se smettessi in circuito non mi vedreste più"
Valentino va oltre: scavalca voci e notizie su cosa succederà di lui nel 2010, e si proietta per un attimo al 2011, quando forse ci sarà, forse no. “E se fosse no, difficile che mi vediate ciondolare nel paddock come uomo immagine, o qualcosa del genere. Se smetterò, non credo avrò ancora voglia di venire ancora alle gare. Anzi, credo proprio di no”.
E' il pomeriggio di una giornata fredda, attraversata da un vento tagliente che soffia da sud ovest. Mentre i piloti si lanciavano negli ultimi passaggi delle libere di MotoGP, quelli destinati a determinare la griglia provvisoria, quattro gabbiani si librano in sourplace, sospesi proprio sopra il rettilineo d'arrivo, giocando con le raffiche. Hanno giocato con le raffiche anche i piloti; tra tutti, chi ha veleggiato meglio è risultato Valentino Rossi, in quella che è stata, secondo lui, la miglior sessione dell'anno. Addirittura più produttiva di quella che, a Misano, aveva costituito preludio alla vittoria.
“Siamo partiti con il piede giusto” commenta il pilota Yamaha, appena giù dagli scalini del container che fa da ufficio, in un piccolo spazio riparato (nondimeno, bavero alzato e sciarpa al collo). “Abbiamo proceduto secondo il metodo Misano: due moto preparate in maniera differente; ne abbiamo scelta una. Adesso, il lavoro consisterà nel preparare con piccole variazioni successive il setup più adatto”.
La bontà della sessione non dipende solo dal risultato. Cioè: il fatto di trovarsi al comando non è solo l'espressione di una situazione tecnica felice, ma produce anche una supremazia che gli avversari non possono non sentire. Un vantaggio psicologico: “Da questo punto di vista, ogni singola sessione sarà importante, da qui a fine anno. Diciotto punti sono niente, la psicologia risulterà fondamentale”.
Fondamentale sarà anche garantirsi la giusta trazione, elemento che, quando manca, lega tra di loro le giornate nere di Valentino. “Da quando sono alla Yamaha e con gomme Bridgestone, le brutte gare hanno sempre avuto come responsabile una scarsa trazione” analizza Rossi. Inciderà anche il tempo: “Se questa notte non pioverà, domani il grip sarà senz'altro superiore”. Dovesse invece l'acqua lavare la pista, “allora saremmo allo stesso punto di oggi”.
Dopo aver garantito (ridacchiando) di non essere stato lui a consigliare a Lorenzo il ristorante (Jorge oggi soffriva di mal di pancia, e potrebbe essere stato il cibo) ha fornito due assicurazioni molto più importanti: “Primo: per il prossimo anno, correrò al cento per cento con Yamaha, non solo perché esiste un contratto da rispettare, ma anche per il fatto che, nella situazione corrente, non vedo nessuna ragione per cambiare. Per quanto riguarda il 2011, deciderò l'anno prossimo. la Ducati? A giugno inizierò a ragionare”. Ed a ragionarci, hanno iniziato anche in Yamaha: Furusawa e Lin Jarvis (ossia, il dominus del reparto tecnico e l'inglese che regge i cordoni della borsa) hanno prefigurato a Rossi la possibilità di chiudere la carriera in Yamaha. “Si è trattato di una offerta concreta” ha commentato Rossi. Cioé, magari non si è parlato di denaro, ma sicuramente gli sono stati offerti ruoli da ricoprire anche una volta appesa la tuta all'attaccapanni. “Ma la prima cosa da decidere” è ancora Rossi che parla “è pur sempre se continuare questa vita o meno”.
Per chi, verrebbe semmai dopo.
Slijedeču godinu zasigurno vozim Yamahu, ne samo zato što postoji ugovor koji se treba poštovati, več i uz činjenicu da u trenutnoj situaciji ne vidim razlog za promjenom teama. Što će biti u 2011. odlučit ču početkom 2010. Ducati? U 6. mjesecu počinjem razmišljati.